lunedì 16 luglio 2012

La mia casa

Mi muovo tra stanze familiari percorrendo spazi conosciuti e altri da esplorare, come in un palazzo a più piani collegati da scale traballanti e improbabili ascensori.. Spesso mi fermo al piano terreno, quello "personale", rovistando nella caotica e fredda stanze degli affetti, annaspando lentamente in quella dei ricordi, quindi a picconate cerco di aprire un varco in quella del futuro che non ha finestre. 
Non faccio in tempo a muovermi tra queste stanze che un suono stridulo e sinistro mi porta a correre lungo le scale per raggiungere il piano "lavoro" dove sono a rischio le stesse mura portanti. Cammino in queste stanze osservando con rabbia le macerie che ogni giorno si accumulano in quantità superiori a quanto io riesca a rimuoverne. 
Salgo ancora e per le scale incontro uomini, donne, bambini che guardano fissi nella stessa vuota direzione. Giunto al piano "Sociale" sono frastornato dalle voci delle tante persone che si muovono in tutte le direzioni, da una stanza all'altra, poi si arrestano e prendono una nuova direzione, poi ancora, ancora, senza mai arrestarsi. Mi muovo lento tra quelle stanze che mi appaiono estranee, vuote. Nessuno nota nessuno.
Scappo via.. ancora un piano. Apro una porta e sono sul terrazzo. Non ci sono muri, solo alberi che puntano maestosi verso il cielo. Niente pavimenti, solo terra e erba. Il silenzio delle voci è riempito dal canto delle cicale, dal dialogo di piccoli uccelli e dallo scorrere dell'acqua lungo un ruscello che va verso il mare calmo. La sera sta per arrivare preannunciata dal cambio scena del sole che con lo sfumare lento del cielo in tinte che prima di scurirsi si accendono di oro, lascia la scena alla luna ed alle stelle impazienti. Dormirò qui, è la mia casa. 




domenica 1 luglio 2012



Chi erano I furiosi del Padiglione 14 del Manicomio di Collegno?

Nel 1996 l’Associazione socioculturale La Grande Rondine prende in gestione il padiglione numero 14 dell’ex ospedale psichiatrico di Collegno (TO), ora Parco Generale Dalla Chiesa, trasformandolo in un centro d’incontro comunale. Prima della Legge Basaglia e della conseguente chiusura dei manicomi, questo particolare padiglione era destinato ad ospitare i cosiddetti “furiosi”, ovvero i “malati di mente” considerati più pericolosi per sé e per gli altri, che vivevano in piccole stanze guardati a vista da un buco nella porta.
L’intento dei soci dell’Associazione è quello di trasformare questo spazio di sofferenza e di detenzione forzata in un luogo di libertà espressiva e creativa, solidarietà e gioia.
La performance teatrale I Pazzi di Piero Dottola con la regia di Haykel Rahali è stato un primo appuntamento per ricordarci cosa erano questi spazi e darci modo di ipotecare un nuovo futuro creativo per essi.
La messa in scena originale ha portato gli attori in mezzo al pubblico, i pazzi…nel loro vagare senza meta è come se si fossero riappropriati degli spazi che la nostra “razionalità” ha relegato in ambiti e scopi ben precisi. Vivere lo spazio, il “luogo” per quello che è, per il suo esistere. La regia di Haykel Rahali, “fuori” dalla convenzione teatrale del palco, “dentro” il corridoio trasformato in spazio di libertà - nonostante la sua genesi di costrizione- ha ricreato il significato della follia come svincolo da ogni “accomodamento”, anche e soprattutto spaziale. E dunque questi folli “vanno” e basta, come ogni folle che si rispetti, e creano traiettorie casuali dello spirito e del corpo. Dunque da una parte noi, spettatori, inchiodati sulle nostre seggiole incollate alle pareti, e in mezzo loro, “i pazzi” liberi finalmente di vagare, finalmente riscattati dalla servitù delle convenzioni.
Peccato per chi non c'era! Gli attori sono riusciti anche quando non parlavano a trasmettere l'angosciosa esistenza dei loro personaggi. Sguardi intensi, movenze misurate, ma drammaticamente estreme nel descrivere il disagio della malattia. Bravissimi tutti e chapeau Monsieur Haykel Rahali!

Performance teatrale da I pazzi di Pietro Dattola
regia: Haykel Rahali 
interpreti:Silvia Bello, Alessandro Cozza, Martina D'Alonzo, Claudia Fassina, Marina Hassan, Eradis Josende Oberto, Luana Romano, Luca Sasso, Stefano Trecca, Alex Zacchello.