Non serve combattere Salvini e quelli come lui, personalizzando lo scontro, perché, presto o tardi, anche loro, come gli altri, passeranno. Certo, nel frattempo occorre scongiurare gli effetti nefasti della loro azione sui diritti e sulla stessa democrazia. Più alla lunga, però, occorre una vera e propria azione educativa che aiuti quanti, e non sono pochi, si sono fatti suggestionare dalle idee che lui ostinatamente sventola: il pericolo dell'invasione, la difesa dei confini, i pericoli per la sicurezza, ecc. Basterebbe consultare alcuni dati per confutare facilmente queste paure, ma che, proprio in quanto paure, fanno facilmente presa sul sentire comune. Queste false paure, però, generano pericoli veri che si insinuano nella nostra vita e minano in maniera profonda la stessa convivenza civile. Si tratta di pericoli presenti, ormai, nel quotidiano di tutti: la bandiera dell'egoismo che diventa ideale politico, il sentimento dell'odio che entra a far parte dell'ordinamento giuridico del nostro paese, l'idea che chi si prende cura degli altri debba essere deriso e trattato alla stregua dei criminali.
Lo slogan suggestivo del "prima noi italiani", articolato in tutte le sue varianti, diventa "prima noi lombardi", noi siciliani, noi campani, poi "prima noi milanesi", noi romani, noi palermitani, noi napoletani. Fino a quando, al termine del suo percorso, porta inesorabilmente alla sostituzione del NOI, divenuto via via sempre più ristretto, con l'IO smisurato, ispiratore del "prima io e poi gli altri". E quando tutti questi IO lotteranno tra di loro, per accaparrarsi l'ultimo primo posto rimasto, allora i pochi IO vincitori, saranno felici di avere realizzato l'idea del "prima IO e poi... Ops.. Non c'è più nessuno".
Ora, per un attimo, pensate a cosa sarebbe stato di noi, della nostra storia, della nostra stessa vita, se le nostre madri, i nostri padri, i nostri nonni, avessero fatto loro l'ideale del "prima io e poi gli altri". Cosa sarebbe successo se i tanti giovani che hanno dato la loro vita per liberare l'Italia dalla follia nazifascista o per salvarla dal malaffare, avessero anche loro abbracciato l'idea del "prima io e poi gli altri".
Pensate a come sarebbe la nostra vita di oggi se i contadini, i braccianti, i militanti per la democrazia, i rappresentanti delle forze dell'ordine, i giudici o i semplici cittadini che si sono ribellati alle ingiustizie e al potere mafioso, avessero, anche loro, aderito all'idea del "prima io e poi gli altri".
"Prima io e poi gli altri" è lo slogan che ha accomunato e accomuna tutte le mafie, i totalitarismi, gli esiti nefasti del capitalismo, del consumismo, della competizione.
Avremmo dovuto imparare dalla storia che quelle volte, purtroppo poche, che il NOI è diventato disponibile all'inclusione benevola del VOI, che l'IO si è specchiato nel TU e amorevolmente lo ha accolto, che l'io, il tu, il noi e il voi, camminando insieme, si sono presi cura gli uni degli altri, stringendosi la mano, la storia di tutti, la vita di TUTTI è diventata migliore, più giusta e più bella.
P.S.
Ribadisco, a favore di voi commentatori seriali a corto di argomenti, così potete trovare altri argomenti:
- Non sono del Pd;
- Non gestisco centri di accoglienza;
- Penso che a Bibbiano, leggendo le cronache, nella migliore delle ipotesi, siano stati commessi dei crimini, ma dovrà appurarlo la magistratura;
- Non ho alcuna simpatia per Renzi;
- Quando ho potuto, li ho aiutati a casa loro e li ho anche portati a casa mia.