martedì 14 gennaio 2014

Contenitori, contenuti, cellule impazzite.

Le imprecazioni, il disgusto, la disillusione nei confronti del potere politico e, ahimè, anche nei confronti delle istituzioni, è ormai entrato nel sentire quotidiano di ciascuno di noi. Le discussioni, i dibattiti televisivi, sono tutti incentrati su temi che a tutti noi appaiono sempre più distanti dalla realtà, dalla vita vera.  I titoli sono sempre gli stessi: le riforme istituzionali, la riduzione delle tasse, il lavoro per i giovani, lo sviluppo del Sud, la legge elettorale, la riduzione della burocrazia e via discorrendo. I contenuti, approssimativi, sono solo accennati nei sottotitoli, mentre non si ha traccia di approfondimenti e meno ancora di azioni decisive, di scelte nette che creino discontinuità con i decenni di malapolitica e di malaffare. L'ovvia indignazione si concentra spesso più sui contenitori e le categorie che sulle persone: i politici, i partiti, il parlamento, ecc. Eppure ci sarebbe da riflettere sugli aspetti sociologici che in Italia hanno consentito ad alcune persone, molto simili tra loro, di arrivare fino ai vertici di quei contenitori "istituzionali" in numero così elevato. Possibile che il nostro paese sia stato capace di generare dal nulla nello stesso periodo storico: Berlusconi, Grillo, Renzi, Bossi, Casini, Borghezio, Letta, Alfano? Microrganismi autosufficienti capaci di replicarsi e sopravvivere in tutte le condizioni? La natura ci insegna che a volte da cellule impazzite possono nascere delle mostruosità, ma solo quando le condizioni sono favorevoli e adatte si sviluppano "nuove" forme di vita. Quando però questo accade in maniera così massiccia, c'è da chiedersi se ad essere mutato non sia tutto il resto, il terreno che ha consentito lo sviluppo e il consolidamento di queste strane creature. Non sono molto ottimista, ma se una cellula prende coscienza, magari finisce con il contagiare il resto dell'organismo... e se tutte insieme lo vogliono, possono anche sconfiggerlo questo cancro.