mercoledì 27 ottobre 2010

Avetrana, Michele, Sabrina, Cosima… Ancora per quanto?

La misura è colma!


Non scrivo molte note, ma in alcune occasioni sento di doverlo fare. Quello che sta accadendo attorno al terribile omicidio della povera Sarah Scazzi è sintomatico di cosa sia diventata l’informazione nel nostro paese. Informare è giusto e tutti noi siamo ben lieti di ricevere le informazioni, ma qui siamo di fronte a qualcosa di diverso. La morbosità con cui la stampa sta “coprendo” un fatto di cronaca nera come, purtroppo, ne capitano tanti nel nostro paese, ha raggiunto e superato ogni limite della decenza, ma quello che mi ferisce ancora di più è che si sia superata l’umana pietà per quella povera ragazza, Sarah, uccisa non solo quel giorno ma mille altre volte nei tanti talk show, programmi di intrattenimento, di “informazione”. Se ci fate caso sono pochissime le occasioni nelle quali si parla di lei, di questa ragazza, poco più che bambina, dei sui sogni, delle sue aspettative, del suo modo di essere e di guardare al futuro. Al contrario ogni dettaglio, ogni particolare, relativo allo zio, la zia, la cugina, la madre, il fratello, l’amico, anche quello più banale e stupido, trova spazio e discernimento con la chiamata a sostegno di eminenti studiosi, psicologi, sociologi, criminologi, avvocati, ecc. A questi spesso si affiancano anche show girl, salottieri del mondo mediatico e figuranti della televisione che analizzano, controbattono, propongono tesi colpevoliste o interpretazioni più o meno fantasiose su questo o quel personaggio.

Mamma mia! Mamma mia! Questo mi viene da dire. Nel momento storico forse peggiore della nostra storia economica, politica e sociale, che meriterebbe la più ampia attenzione del mondo dell’informazione e del circuito mediatico, vedere centinaia di troupe televisive, di inviati, di fotografi, assiepati davanti a quella porta di ferro di Avetrana in attesa di non si sa bene cosa è a dir poco surreale, patetico, inaccettabile!

Nel frattempo chi racconterà della tragedia quotidiana che decine di migliaia di famiglie devono affrontare per andare avanti, senza lavoro, senza prospettive e con la desolante consapevolezza che a nessuno interessa il tuo problema e che a nessuno interessi tu! Chi racconterà ancora dei tanti giovani senza storia futura, sempre più dipendenti dai loro genitori (anch’essi spesso precari), impossibilitati anche quando lo vogliono di crearsi un proprio avvenire, di seguire una loro strada. Chi racconterà dell’emarginazione di tanti anziani privi dei più elementari mezzi di sussistenza, abbandonati dalla società prima ancora che dagli affetti familiari. Chi ci racconterà di questo e di tante altre cose, anche di quelle persone, e non sono poche, che nell’indifferenza delle istituzioni si fanno carico sulle loro spalle di vivere la solidarietà attraverso l’impegno nelle associazioni, nelle comunità nella vita di tutti i giorni.

Intanto non ci resta che aspettare… Il prossimo collegamento dalla cantina di Avetrana, il prossimo plastico di Bruno Vespa, il prossimo talk di Sposini e della Russo, i prossimi resoconti dei giornali…

Ciao Sarah.. forse sognavi, come molti tuoi coetanei, di diventare famosa magari per il canto, la danza, la poesia, o un’altra arte, ma sicuramente non avresti mai immaginato di essere lo strumento per la creazione di questo “format” televisivo dell’orrore, nel quale i tuoi terribili parenti sono diventati, loro si, molto famosi! Ho scelto una mia foto per accompagnare questa nota. E’ la foto di alcuni germogli di palma nana che crescono in alcune zone della Sicilia da tronchi apparentemente secchi, privi di vita. Vorrei che quel germoglio fossi tu..



Franco Blandi